Mancano ormai tre settimane esatte al Trofeo Laigueglia e, mentre cresce l’attesa per l’edizione numero 49 della prima classica del calendario professionistico, sono i ricordi a tenere banco tra i grandi del ciclismo che possono vantare almeno un “Laigueglia” nella propria bacheca.
A raccontare il “suo” Trofeo Laigueglia è stato Guido Neri, intervenuto a Campagnola Emilia alla tradizionale festa della “Bici al Chiodo”; l’uomo che si è aggiudicato la prima edizione della classica ligure “da indipendente” ricorda “Dopo che la mia squadra, la San Pellegrino, chiuse i battenti nel 1963 mi ritrovai appiedato. Avevo soltanto 25 anni e tanta voglia di pedalare. in quegli anni, nelle prime corse della stagione si poteva prendere il via alle corse anche senza essere tesserati con una squadra professionistica. Non mi persi d’animo e, approfittando di un premio TV ad Alassio vinto alla San Remo del 1963, e consistente in un soggiorno di 15 giorni, ne approfittai anche per studiare il percorso del Trofeo Laigueglia, una corsa nuova alla prima edizione e che inaugurava la stagione ciclistica dei professionisti, c’erano tre passaggi sul Testico dal lato Alassio. Un allen! amento condito anche con la partecipazione al GP di Cannes, una kermess alla quale partecipavano i più grossi campioni d’allora, quasi tutti in allenamento sulla Riviera Ligure e sulla Costa Azzurra. Arrivai 7° e presi ancora più coraggio per il mio ritorno in una corsa italiana che sarebbe stata appunto il 1° Trofeo Laigueglia.”
Una storia che si mischia alla leggenda, quella di Guido Neri, che da solo, nel 1964, conquistò la prima edizione di una gara già dotata di un fascino unico semplicemebte unico. “Sentivo delle ottime sensazioni, non avevo vincoli di squadra insomma, ero libero di interpretare la corsa come meglio credevo tanto che durante l’ultimo dei tre giri del Testico, ero in fuga con altri 6 o 7 corridori e scattai proprio su quella salita transitando in vetta con oltre due minuti sugli immediati inseguitori. Avevo il cuore in gola, dal momento dello scollinamento mancavano una quarantina di chilometri all’arrivo di Laigueglia e io pedalavo tutto solo e davanti a tutti. In quel frangente mi sorpassavano i giornalisti al seguito e tutti mi avevano preso in simpatia e mi incitavano dicendomi “Dai Guido che ce la fai!”. Intanto pedalo sul Capo Mele, il vantaggio mi viene quantificato in, metro più, metro meno, in circa 400 met! ri ma, finalmente c’è la discesa, la faccio a tutta, cercando di pedalare il più forte possibile e….finalmente…il cartello stradale con la scritta LAIGUEGLIA! Ancora un paio di chilometri e c’è la svolta a destra dove allora era tracciato l’arrivo, praticamente in un budello, come si dice in Liguria ma per me, un budello quasi…Santo… e gridai a squarciagola “E’ fatta, anche senza ammiraglia al seguito!”.
Per saperne di più su come andò in quell’ormai lontano 1964, visitate il sito www.trofeolaigueglia.it, dove è disponibile l’intervista completa realizzata dal collega Vito Bernardi.
In allegato: Foto di Guido Neri oggi alla festa della “Bici al Chiodo” (Guido Neri è il secondo da sinistra)
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