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03.02.2012 Colombia Coldeportes – Intervista a Claudio Corti Team Manager degli “Escarabajos”

Corti Claudio
Corti Claudio

 

Un progetto colombiano dal cuore italiano. Così potrebbe essere definita la Colom­bia Coldeportes, con la qua­le Claudio Corti torna in gruppo dopo due anni sabbatici. L’affermato team manager, già plurivittorioso alla guida di Saeco e Barloworld, nella stagione 2012 avrà il compito di rilanciare la scuola degli scalatori colombiani: «Io non faccio squadre tanto per stare oc­cupato, ho bisogno di un progetto in cui credere, di una sfida che mi stimoli. Finalmente ce l’ho».
Scopriamo attraverso le sue parole qual­cosa in più di questo nuovo team Professional nato da un incontro a Bogotà con Jario Clopatofsky Ghisays, Direttore Generale di Coldeportes, l’istituto governativo dello sport in Co­lombia che fa capo al Ministero della Cultura e la cui mission è incentivare, pianificare e organizzare le attività dello sport, attività fisica e tempo libero nel paese sudamericano.
Contento di tornare in gruppo? 
«Sì. Mi sento ancora giovane, continua a piacermi questo ambiente e ho voglia di iniziare questa nuova sfida, con la continuità e l’impegno di sempre».
Com’è nato questo progetto? 
«Si è sviluppato grazie a Coldeportes, che tanto sta investendo nello sport, nel ciclismo soprattutto, per dare ai propri talenti un’opportunità in più. L’obiettivo del team e di chi lo finanzia è dare la possibilità ai corridori colombiani più forti di trasferirsi in Europa per dimostrare il loro potenziale. La Co­lombia ha un grande bacino di giovani promettenti, Coldeportes dà loro l’opportunità di farsi notare e, perché no, di vivere di ciclismo».
Avete ingaggiato molti corridori giovani: quali secondo lei ci sorprenderanno? 
«La squadra presenta tre corridori esperti come Luis Felipe Laverde Ji­menez, Victor Hugo Peña Grisales e Javier Alberto Gon­zalez Carrera, che hanno già corso in Europa e potranno trasmettere quan­to imparato nella loro carriera agli altri giovanissimi, che completano la formazione. È presto per giudicare que­sti ragazzi, sulla carta il potenziale non manca, ma avranno bisogno di un po’ di tempo per crescere. L’ex campione del mondo Under 23 Fabio Andres Duarte Arevalo, che arriva dalla Geox, sarà il punto di riferimento di un team che annovererà alcuni fra i più interessanti giovani scalatori colombiani. Al­cuni si sono già messi in mostra sulle nostre strade. È il caso di Jhoan Este­ban Chaves Rubio, vincitore del Tour de l’Avenir lo scorso anno; di Juan Pa­blo Suarez Suarez, che anche se finora ha avuto poche occasioni per confrontarsi con corridori di alto livello ha fatto già vedere buone cose; di Frank Jair Osorio, che è in bici da soli due an­ni, ma ha già vinto una tappa al giro di Co­lombia. Lui è un vero e proprio cam­pesino, che con un po’ di esperienza in più potrà togliersi delle soddisfazioni». 
Cosa si aspetta da questo gruppo? 
«Conosco le qualità dei corridori co­lombiani: sanno andare in salita, san­no scattare, sono forti. Ovviamen­te do­vranno abituarsi al mondo professionistico, per tanti sarà il primo anno a questo livello in Europa,quindi do­vranno capire come si corre, am­bien­tarsi al clima, al tipo di allenamento. Sono il primo a essere ansioso di ve­dere cosa potremo ottenere. Non possiamo parlare di risultati, ma sono certo che questi ragazzi si faranno no­tare e ci faranno divertire. Sono com­battivi, abituati alla fatica e alla montagna, non hanno paura di at­taccare. Costituiranno una presenza in più, qualcosa di nuovo e ricco per il ciclismo che conta, anche per questo ho fiducia di ricevere inviti anche in corse importanti. E poi rappresentano una nazione…».
Quale augurio vorrebbe ricevere per la stagione che va ad incominciare? 
«Di riuscire nell’intento di formare una squadra con una buona organizzazione, con corridori di livello, che diano spettacolo in corsa, at­tacchino in salita, si mettano in luce sempre, di­mo­strando entusiasmo, vo­glia di fare e dando una buona immagine, cre­dibile e appetibile per gli organizzatori. In­somma una squadra come quelle che ho avuto in passato».

da tuttoBICI di gennaio a firma di Giulia De Maio

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